domenica 26 gennaio 2014

Una ferita guarita

Oggi siamo andati a trovare i nostri amici,
quelli che hanno appena avuto un bimbo,
quelli che ci hanno lasciato ultimi nella classifica "coppie di amici senza figli",

quelli per i quali mi ero preparata la settimana scorsa con dosi adeguate di cioccolata
.....e poi un raffreddore pazzesco ci ha impedito di andarli a trovare in ospedale.

Ma oggi siamo andati da loro 3... non è andata male.

Loro sono come noi, cioè sono molto simili a noi. Piu o meno stessa età, stessi interessi.
Infatti insieme facevamo molte cose.

Anche loro aspettavano un bimbo che non arrivava... non ne avevamo mai parlato apertamente, ma noi lo sapevamo, lo avevamo intuito da certi discorsi, certe parole dette un po' così.
C'abbiamo le antenne noi ;)
Intuivamo anche che non avevano mai approfondito la cosa, che aspettavano,  del tipo "se arriva, arriva".

Poi una sera NOI abbiamo fatto outing.

Dovete sapere che del nostro percorso pma non lo sa nessuno, tranne i nostri genitori e un paio di mie amiche.
Il motivo per cui abbiamo deciso di non dirlo in giro, non è legato alla vergogna o altro... ma è una protezione. Lo so non dovrebbe essere cosi, se tutti noi ne parlassimo di più sarebbe senz'altro meglio.
Ma l'idea di affrontare tutto questo con le persone piu disparate che ti chiedono in continuazione aggiornamenti non me la sono sentita in primis io.
Quindi abbiamo sempre risposto alle classiche domande "ma voi un figlio?" con le classiche risposte evasive.

Ma una sera con loro, forse per una sorta di empatia abbiamo deciso di "confessarci".
Anche perchè non ci andava di continuare a mentire sul perchè non potevamo uscire in bici o fare una ferrata in montagna insieme.

Non ve lo sto raccontando perchè sono pentita di averlo fatto.
Ma ho bisogno di farlo per farvi capire quanto delicato è stato questo incontro, questa prova.

Quando condividi una sofferenza, come quella di non poter concepire naturalmente un figlio e di dover ricorrere alla pma per poter sperare di averlo... beh esponi la tua ferita.

E' un atto di fede, fede in un'amicizia.
Non tanto per la paura che non vadano a spifferare in giro i fatti nostri...  quanto perchè abbiamo riposto nella loro sensibilità la tua nostra più intima ferita.
 

La sera dell'outing abbiamo scatenato una discussione tra loro. Non davanti a noi, ma dopo.
Mentre lo raccontavamo, della scoperta dell'azoospermia dopo il tumore, del nostro sconforto per dover superare ancora un'altra prova difficile, della microtese e della speranza che avevamo ora... leggevo nei loro occhi un sincero dispiacere per noi, ma anche certe occhiate tra loro.

Per poi darci questa risposta: " beh..... siete bravi!"
All'epoca mi aveva dato pure fastidio, bravi de che!!?? è una necessità!
certo ci sono altre strade, per carità, ma non piu facili di questa.


Cosa significava, questo "siete bravi" l'ho capito dopo, una sera parlando da sola con lei, che per la prima e unica volta si è aperta su questo aspetto.
La paura di dover intraprendere un percorso medicalizzato pure loro, li ha portati a reagire cosi, come a dire.. a noi no! a noi non puo capitare... se arrivano bene altrimenti niente.
Ma lei stava comunque malissimo.


Quella sera le ho parlato con il cuore in mano.
Mi stava mostrando la sua ferita, consapevole che lui non avrebbe voluto.
Le ho spiegato che c'erano altre strade prima di fare quello che facevamo noi, cioè una ICSI, magari per loro sarebbe stato molto più semplice.
Non avevano fatto mai una visita specialistica, nè lui nè lei. La paura li aveva paralizzati.

Quella sera, forte della mia esperienza l'ho spinta ad agire, a non avere paura,  perchè le paura bisogna affrontarla altrimenti poi si trasforma in rimpianto.

Non so cosa sia successo dopo.
Non ne abbiamo mai piu riparlato, nè abbiamo mai accennato alla cosa.


Dopo pochi mesi ci hanno annunciato la bella notizia.

Noi: felicità e tristezza a mille.. tutte mescolate insieme.


Ora quel bimbo è nato, è bellissimo e loro sono bellissimi.

Andare da loro oggi, con il nostro regalo infiocchettato, il nostro sorriso migliore è stato difficile.
Più difficile prima, che durante.

Saranno imbarazzati per noi? penseranno alla nostra ferita? riusciremo a provare una vera felicità per loro?


Sì, l'abbiamo provata. Siamo stati davvero felici per loro.

Non so se è per l'amicizia che ci lega o se è anche perchè hanno percorso come noi un pezzetto di quel sentiero incerto e buio, che ha come meta un figlio.
Provato come noi quell'incertezza che ti fa essere una coppia diversa.


La loro ferita è guarita.
La nostra chissà?


Domani mi preparerò psicologicamente per l'incontro al centro di Martedi.
Ho paura. Paura di un ennesimo fallimento.

Ma il desiderio di accarezzare la testina delicata, le manine minuscole e di sentire il profumo... del NOSTRO bambino...  mi da la forza di andare avanti.

8 commenti:

  1. Fare outing è difficilissimo, perchè significa dare la possibilità agli altri di scavare nella notra ferita, quando l'unico desiderio è quello di ricevere un cerotto.
    Credo che le coppie con problemi di fertilità siano tante, poche lo ammettono, tutte si nascondono. Capisco il perchè.
    Sei stata forte ad andare, poi credo che un neonato trasmetta energia allo stato puro.
    Tienici informate martedì...baciiii

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  2. Si non e' facile fare raccontarsi soprattutto con persone che conosci e cn le quali avrai sempre a che fare.
    Bisognerebbe avere la forza di farlo di piu..e a me quella manca x ora mi serve ad altro.
    Vedere un bimbo appena nato e' una meraviglia :)

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  3. Bianca sono ammirata. Quando mia figlia non arrivava, per me anche solo le festicciole degli altri bimbi figli di amici erano uno strazio, anche se ovviamente non lo mostravo. Non so immaginare quale immensa forza abbiate tu e tuo marito.
    Vi abbraccio forte!

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  4. no lizzie non sono da ammirare... lo strazio lo provo ogni cavolo di volta pure io.. pure noi.
    Strazio per i miei sentimenti, strazio per la maschera che devo indossare in certe situazioni.

    Ma forse, con certe persone che sai, che hanno sofferto un po' come te... forse con loro è diverso.
    Ma quando siamo usciti dal loro appartamento, il mio Amor mi ha guardata e mi ha detto: ce l'avremo presto anche noi. Io non ho detto niente.
    Ci siamo stretti la mano e abbiamo fatto una bella passeggiata al sole.
    Grazie per l'abbraccio, me lo prendo tutto :)


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  5. E' un atto di fede, fede in un'amicizia.
    una frase bella e vera, alla quale io lego tutta una breve sequenza di facce che conosco e mi conoscono, e non con tutti ho avuto l'onestà che hai avuto tu!
    non so come ne se si risolverà mai la mia esistenza accanto a questo dramma, ma so che non smetterò di credere che al mondo esistano persone che meritano un atto di fede, anche solo via web...
    e tu lo sei.

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  6. Anche io non ne parlo con nessuno. Lo sanno i miei, sua madre e le mie sisters. Stop. Non sono pronta alle domande idiote o, peggio ancora, ai consigli non richiesti tra cui l'amato "non ci devi pensare". E' difficile aprirsi perché l'infertilità non viene capita, non viene trattata come una malattia ma quasi come una colpa. Io al contrario dei tuoi amici mi sono fiondata dallo specialista dopo quasi un anno di ricerca, non potevo più aspettare. Dovevo sapere.
    Grande prova la vostra, io ho un'amica d'infanzia al quinto mese, già penso a quanto sarà difficile andarla a trovare quando avrà il suo maschietto.

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    1. Vero. Una cosa che capisci quando ti immergi in questo "mondo" è che non bisogna giudicare gli altri, senza sapere (perchè di solito non si sa davvero).
      Io l'ho fatto ahimè e me ne pento.

      L'infertilità non viene capita da chi non la prova, da chi non vive nemmeno per un istante la difficoltà, l'incertezza.

      Ce la farai con la tua amica, sarà una prova... non te lo nascondo, sarà dura.
      Ma ce la farai.
      Un abbraccio

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